Ripetizioni di italiano...
Alle Elementari ero un'alunna timida e diligente. Stimavo e rispettavo la mia maestra, brava e severa. Alle Medie ero sempre molto timida ma non sempre diligente... In seconda fui rimandata in Italiano (oltre che in Economia Domestica) e chiesi ai miei genitori di rivolgersi alla mia maestra per le ripetizioni. Quell'estate trascorsi molte mattinate a casa sua a svolgere temi, su qualunque argomento. Le lezioni a casa della maestra furono molto utili; mi insegnò ad affrontare serenamente gli argomenti assegnati, anche i più complessi. Andavo tutte le mattine da lei con la bicicletta alle 9 e rientravo a casa dopo tre ore o poco più. Commentavamo subito insieme la correzione dei componimenti del giorno precedente, mi dettava i nuovi titoli, poi mi accompagnava nello studio al piano terra. Lì, da sola, avrei dovuto svolgere i temi da consegnarle alle 12 circa, quando, congedato l'ultimo allievo della mattina, sarebbe venuta a chiamarmi. Un giorno sentii l'orologio del campanile suonare mezzogiorno, sentii chiudere la porta alle spalle dell'ultimo studente ma non vidi arrivare la maestra. Per ingannare il tempo lessi e rilessi distrattamente i temi svolti e poi aspettai che succedesse qualcosa. Dalla cucina sovrastante provenivano rumori di passi e di stoviglie ma dopo un po' ci fu silenzio. Cominciai ad agitarmi, ma non presi alcuna iniziativa. Avrei potuto far cadere qualcosa per attirare l'attenzione della maestra, avrei potuto chiamarla o semplicemente salire le scale e farmi vedere. Non osai fare nulla e aspettai che qualcuno, preoccupato per la mia assenza, mi venisse a 'liberare'. Passò tanto tempo, mi sembrò infinito. Ero ormai in preda allo sconforto quando udii lo squillo del telefono e, subito dopo, la voce concitata della maestra che scendeva precipitosamente le scale per correre da me. Mi abbracciò teneramente chiedendomi mille volte perdono per essersi dimenticata di me.
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