Resti ...
Lascio sempre un po' d'acqua nel bicchiere, un dito di caffè nella tazzina, qualche sorso di tè nella tazza.
Lascio sempre qualche lavoro in sospeso. Lavo i piatti ma le posate restano a bagno nella ciotola. A fine lavoro almeno un cucchiaino rimane nel lavello. Stiro e alcuni capi finiscono su una sedia ben piegati ma non stirati. Spolvero e risparmio per il giorno successivo un tavolino o un comodino.
Non sono attratta dai 'resti' ma dal trasgredire le 'piccole regole'.
Nello scolapiatti non rispetto l'ordine dettato dal buonsenso. Ne ho visti di perfetti, ordinati come librerie. Almeno un piatto lo sistemo lontano dai suoi simili. Lo stesso quando riempio la lavastoviglie. Un coperchio o un bicchiere li sistemo fuori posto, traballanti.
Per scrivere scelgo fogli senza righe o quadretti, completamente liberi. Scrivo coi pennarelli o con la matita e non con le penne. Disegno senza appoggiarmi a un tavolo ma solo all'altra mano. Sfoglio spesso il quotidiano dall'ultima pagina. L'ordine da cui iniziare lo decido io.
Rovescio abitualmente proverbi e luoghi comuni.
Preferisco che il frigorifero non sia pieno. Devo vedere tutto quello che contiene, senza doppie file. Mi piace che in casa manchi qualcosa. Trovo stimolante 'fare senza'.
Quando mi sveglio mi alzo ma devono essere almeno le 4; vado a dormire quando si chiudono gli occhi, ma resisto fino alle 19. A Capodanno non aspetto mezzanotte perchè lo considero un giorno come gli altri.
Apparecchio rispettando le regole del galateo imparate a scuola ma i bicchieri li preferisco diversi uno dall'altro. Amo i colori ovunque, anche a tavola. Il pane, nel cestino o sulla tovaglia, non deve mai essere capovolto. Ce l'ha insegnato nostro padre e questa non è una 'piccola regola'.
In fase di edizione per 'FUOCOFuochino'