Domenica pomeriggio...
Non volevo ammalarmi; non volevo abituarmi a stare chiusa in casa per giorni e giorni e poi
trovare difficoltà a uscire. Temevo di lasciarmi andare, di desiderare di prolungare la malattia il più possibile, di provare piacere a permettere di accudirmi. Era successo tante volte e non apprezzavo queste mie abitudini.
Così domenica scorsa, quando ho sentito i brividi tipici della febbre che si aggiungevano al raffreddore e a qualche colpo di tosse, ho capito e mi sono messa in guardia.
Ho tentato per un po' di sminuire i sintomi dedicandomi alle mie attività preferite: tutto inutile.
Stava per iniziare in TV 'Intrigo a Stoccolma', imperdibile! Dovevo guardarlo, lo stavo aspettando...
Il freddo mi impediva di godermi la visione del film e dopo un quarto d'ora ho deciso di cedere. La febbre si dimostrava più forte della mia ostinazione.
A malincuore sono andata a letto, non prima di aver preparato la boule per riscaldarmi i piedi gelati. Sono rimasta sotto le coperte per un po', senza alcuna soddisfazione e con un crescente disagio. La giornata, iniziata con la pioggia, ora vedeva affacciarsi un sole incerto che rendeva la domenica pomeriggio, spesso malinconica, quasi triste.
Non potevo permettermi di rattristarmi e ho preso la mia saggia e irrevocabile decisione. Senza alcuna titubanza sono uscita dalla 'tana' e, accompagnata dalla confortevole boule e da un caldo plaid, sono tornata nell'accogliente salotto. Comodamente seduta sul divano, febbricitante ma serena, mi sono goduta 'Intrigo a Stoccolma' fino alla fine.
10 febbraio 2019
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